Secondo la definizione del Regolamento CLP, per pittogramma si intende una composizione grafica comprendente un simbolo e altri elementi grafici, ad esempio un bordo, motivo o colore di fondo, destinata a comunicare informazioni specifiche sul pericolo in questione. In parole semplici, si tratta di un elemento che dovrà essere riportato sulle etichette di pericolo per le sostanze/miscele classificate come pericolose per classi e categorie di pericolo per cui è stato previsto un pittogramma (infatti, per non tutte le classi e categorie di pericolo esiste un pittogramma: un facile esempio è rappresentato dalla classificazione per il pericolo a lungo termine (cronico) per l’ambiente acquatico, categoria 3 oppure categoria 4).
Come si presenta?
I pittogrammi di pericolo devono avere la forma di rombo quando l’etichetta è letta orizzontalmente, un simbolo nero su uno sfondo bianco con un bordo rosso; le loro dimensioni variano e sono in funzione della capacità dell’imballaggio e quindi dell’etichetta. In generale, Ogni pittogramma di pericolo deve coprire almeno un quindicesimo della superficie minima dell’etichetta di pericolo, ma tale superficie minima, in ogni caso, non deve essere inferiore a 1 cm2.
Come selezionare il pittogramma opportuno?
I pittogrammi sono elencati in Allegato V del CLP; ogni classe e categoria di pericolo è messa in relazione ad uno di essi (in pochissimi casi a due di essi). Sulla base dell’art. 26 del CLP, si applicano delle regole di precedenza ed esclusione. Ad esempio, se figura il pittogramma di pericolo «GHS06» raffigurante teschio e tibie incrociate, in etichetta non compare il pittogramma di pericolo «GHS07» che riporta il punto esclamativo, cioè il pericolo generico.
In ogni caso ogni pittogramma va riportato una sola volta in etichetta, anche se correlato a diversi pericoli.